La contraffazione alimentare sta diventando un problema sempre più diffuso e questi cibi si posizionano ai primi posti nella lista di questa problematica: succo d’arancia, miele, basilico, olio al tartufo, pasta, fragole, mirtilli, broccoli, latte, pesce, zafferano, olio d’oliva, melograno e caffè. Presto potrebbe diventare più facile difendere i consumatori dalle frodi alimentari, che ogni anno provocano all’Italia danni economici di oltre 34 miliardi di euro. Il merito è di uno speciale algoritmo messo a punto all’Università di Milano-Bicocca.

Il sistema si basa sull’uso della spettroscopia applicato al campo della “Food Authenticity”: spiegata in modo approssimativo le sostanze presenti nei cibi vengono analizzate attraverso una fascia di luce (altri studi si riferiscono alla spettroscopia infrarossa), che raccoglie informazioni e poi le cataloga, in modo da ottenere un campione di dati con il quale confrontare altri prodotti simili per scoprire eventuali contraffazioni. La scoperta dei ricercatori lombardi consiste nella messa a punto di un algoritmo che semplifica e velocizza questa procedura, permettendo alle autorità di controllo, e nel prossimo futuro anche ai consumatori, di capire in tempo reale se un determinato alimento sia originale oppure no.

Il metodo elaborato a Milano è stato testato per ora solo su tre diverse tipologie di prodotti: lieviti, carne e olio. L’algoritmo potrebbe essere utilizzato in tempi abbastanza veloci dal personale addetto al controllo degli alimenti, ma in un prossimo futuro potrebbe anche essere messo a disposizione dei consumatori, attraverso una APP che può decodificare e leggere il segnale di luce prodotto, elaborandolo in pochi secondi.
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