Ci sono due grandi case grigie che sorgono su un piccolo appezzamento di terreno a nord-est di Charlotte, nella Carolina del Nord. Dentro queste case alcune donne dipingono, passando i pennelli sulle tele, altre tritano le verdure e altre guardano la tv. Fuori, nel giardino, molte di loro girano il viso verso il sole, passeggiando. Non c’è alcuna recinzione in vista, e nessuno si aspetterebbe che questa per loro è una prigione.
Questo centro di detenzione innovativo, conosciuto come CCT (The Center for Community Transitions), può ospitare fino a 30 donne, aiutandole a ri-adattarsi alla comunità prima del termine delle loro condanne. Ed è l’unico programma del suo genere in tutto lo stato. Questo programma non solo offre la ri-educazione delle prigioniere per favorire il loro re-inserimento nella società, ma le prepara anche ad essere in grado di adattarsi al mondo del lavoro e cercarne uno.

Circa l’80% delle donne ospitate dal centro sono madri e la maggior parte dei loro figli ha meno di 18 anni. Molte ricerche mostrano che l’incarcerazione dei genitori può avere effetti devastanti sui bambini che si manifestano poi come problemi comportamentali e problemi di salute. Ecco perché i creatori del CCT affermano che, in questo caso, un approccio olistico non è solo importante ma fondamentale.
Nella foto Patrice Funderburg, direttore esecutivo del centro.


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