AMERICA CENTRALE
LA TRIBÚ DEI NASO A PROTEZIONE DELLE FORESTE
La Corte Suprema di Panama ha ceduto gran parte della più grande riserva naturale dell’America centrale alla tribù indigena dei Naso, che ora avrà la responsabilità di gestire circa 400.000 acri di terra. La corte ha concesso loro l’autorità di creare una cosiddetta comarca, cioè una società regale tribale semi-autonoma. I Naso vivono in piccoli villaggi nel nord-ovest di Panama, dove praticano l’agricoltura e si prendono cura delle proprie foreste. Durante il 20° secolo, sono state date simili concessioni ad altri gruppi tribali panamensi e grazie a questo, la diversità biologica della natura della zona è stata salvaguardata durante gran parte dell’era industriale. La Amistad, che fa parte della riserva naturale, è stata dichiarata patrimonio mondiale dell’UNESCO nel 1983, sia perché ospita una grande biodiversità ma anche perché è in gran parte ancora inesplorata dalla scienza


IRLANDA
DOPO 170 ANNI RESTITUITO FAVORE AL POPOLO NATIVO DEI CHOCTAW
Ispirata da un atto di generosità compiuto 173 anni dal popolo Choctaw (uno dei popoli nativi americani rimossi dalle loro case ancestrali), la popolazione Irlandese ha deciso di ripagare. Nel 1847, il popolo Choctaw venne a conoscenza della grande carestia di patate in Irlanda da un generale irlandese che gestiva lo sfollamento forzato dei nativi americani. A quel tempo, la tribù Choctaw, nonostante in possesso di mezzi limitati, inviò fondi per aiutare gli irlandesi ad acquistare cibo, coperte e mangimi per il bestiame. Nel 2020, a distanza di quasi duecento anni, l’Irlanda ha organizzato una campagna di raccolta fondi su GoFundMe e numerose donazioni sono iniziate arrivate da tutta la nazione a supporto della Navajo Nation (riserva indigena localizzata in Arizona) durante la pandemia. “Dall’Irlanda, 170 anni dopo, il favore è ricambiato!” – riporta il messaggio di un donatore – “Ai nostri fratelli e sorelle nativi offriamo il nostro supporto in questo momento di difficoltà.”


STATI UNITI
NATIVI INSEGNANO FAMIGLIE A COLTIVARE IL PROPRIO CIBO
Negli Stati Uniti sempre più progetti eco-sostenibili stanno includendo comunità di nativi americani nelle fasi agricole perché sono gli unici a poter insegnare alle culture cosiddette ‘’civilizzate’’ come diventare autonomi e autosufficienti nella produzione del cibo. In tutto il paese, dove solitamente le famiglie si dedicano alla semina e al giardinaggio soltanto come hobby, l’atto di coltivare il proprio cibo sta assumendo un significato maggiore. Ciò è particolarmente diffuso tra le comunità dei nativi americani, dove la pandemia ha colpito duramente e dove ci si è ritrovati con un crescente desiderio di tornare a costumi e tradizioni che alcuni temevano si stavano lentamente perdendo. Le organizzazioni native affermano che la pandemia ha aumentato il loro interesse nel riscoprire la loro storia e le loro usanze, aiutandoli a ricordare quanto è importante la sapienza agricola che hanno esercitato per centinaia di anni, nonostante le discriminazioni e le violenze subite dall’industrializzazione.

Immagine: Famiglia tribale di Irochesi che coltiva fagioli, mais e zucca

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