Lo scorso aprile, in occasione della 35° commemorazione dell’incidente di Chernobyl, l’azienda svizzera Exlterra, che si occupa di trovare soluzioni tecnologiche per risolvere i problemi ambientali, ha iniziato un progetto di decontaminazione dell’area di Chernobyl, in Ucraina, effettuando dei test su 1 ettaro di terra altamente radioattivo.
Con grande sorpresa, il mese scorso l’azienda ha annunciato che la radioattività del suolo testato è diminuita del 47% mentre la radioattività nell’aria, appena sopra il suolo, è diminuita del 37%. Questo ad un anno di distanza dall’installazione della sua nuova tecnologia chiamata NSPS (Nucleus Separation Passive System). La società ritiene che il ripristino totale dell’area testata sia possibile nei prossimi quattro anni, e senza alcun utilizzo di prodotti chimici.
La tecnologia sotterranea NSPS è stata installata a Chernobyl tra novembre 2019 e settembre 2020 accelerando in modo significato il decadimento degli elementi radioattivi, sfruttando l’energia stessa del terreno tramite un processo sostenibile.

Grazie ad una serie di tubi speciali che vengono costruiti con lunghezze e dimensioni accuratamente calcolate, è possibile raggiungere la decontaminazione in tempi molto più veloci rispetto ai 24.000 anni che la natura impiegherebbe da sola. Infatti, dopo soli dodici mesi, le sostanze radioattive Cs137, Sr90 e Am241 dell’area sperimentata sono diminuite del 47%.
Leggi di più sulla tecnologia NSPS
www.exlterra.com/products/neps
La sostenibilità è l’essenza di Exlterra, co-fondata nel 2013 dal polacco-americano Andrew Niemczyk, permette alle sue nuove tecnologie non solo di pulire in sicurezza i terreni contaminati dalle radiazioni, ma anche di trasformare, allo stesso tempo, l’energia idraulica aumentando i livelli di nutrizione degli alberi.
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