A Minawao, nel Camerun, quello che una volta era un vasto terreno arido e spento, ora è diventato una foresta lussureggiante, grazie ad una collaborazione tra la Federazione Luterana Mondiale (LWF), l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ed un gruppo di volontari. Dal 2014, il Minawao, ha iniziato ad ospitare migliaia di rifugiati che erano fuggiti dalle violenze legate alle rivolte di Boko Haram, nella vicina Nigeria. Quando i rifugiati sono arrivati la regione era già arida e polverosa, ed è peggiorata a causa degli alberi che venivano tagliati per produrre legna da ardere e per cucinare. Ma, in pochi anni, le associazioni di volontariato sono state in grado di guidare i 60.000 rifugiati, impiegando la loro forza lavoro, per trasformare quello che era un terreno secco e arido in una grande foresta.

I rifugiati hanno ricevuto una formazione su come utilizzare la cosiddetta “tecnologia del bozzolo”, un concetto sviluppato dalla Land Life Company, per dare alle piantine migliori possibilità di sopravvivenza in un ambiente ostile, e che consiste nel piantare nel terreno un serbatoio d’acqua a forma di ciambella (realizzato con cartoni riciclati) che circonda le radici della pianta, per proteggerla durante la crescita.

In quattro anni, utilizzando questo sistema, sono state piantate 360.000 piantine su 119 ettari di terreno, ed è stato registrato un altissimo tasso di sopravvivenza del 90%. Gli alberi piantati includono diversi alberi da frutto, acacie, anacardi o moringhe che in un futuro molto vicino potranno fornire frutta in abbondanza e ingredienti per produrre medicine naturali.
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