VERA ISSEL – La Musica Oltre la Distonia – Guarire Al Di Là Della Vita e Della Morte

Vera Issel
ci racconta la sua storia

”Il mio nome è Vera Issel. Sono una violoncellista, anche se la mia vita musicale è stata molto travagliata. Nasco come violinista, ma nel corso degli anni mi sono trovata a suonare la viola, la viola da gamba, l’arpa ed infine il violoncello. Da circa quindici anni soffro di una patologia chiamata “distonia focale del musicista”; una malattia di tipo cognitivo, inserita tra le malattie cosiddette “rare”, poiché non si è ancora giunti alle motivazioni che la scatenano. E’ una patologia invalidante, che “blocca” l’arto colpito, e nel mio caso è la mano sinistra che dolorante, soffre di irrigidimento muscolare, spasmi e chiusura delle dita senza controllo.

Nel 2010 mi sono trovata costretta ad abbandonare la musica; poi circa quattro anni fa ho ripreso a suonare l’arpa e a Dicembre dello scorso anno, il violoncello è tornato nella mia vita. Attraverso un percorso spirituale e fisico, (ancora in corso) da due anni a questa parte mi sono riappropriata della musica, anche se ovviamente, non suono più il violoncello in maniera “classica”. Per il momento ho riacquistato l’uso dell’indice e del medio della mano sinistra, spostandomi sulla tastiera del violoncello esclusivamente con queste due dita. Ovviamente ho rinunciato all’esecuzione di brani da orchestra, dedicandomi solo ed esclusivamente all’improvvisazione e all’esecuzione di brani da me composti. Questo cambiamento, però, mi ha portata a capire una cosa molto bella: il messaggio che voglio portare al mondo, attraverso la mia musica.

Il mio progetto principale è quello di suonare in luoghi che sono stati scenario di crudeltà e soprusi (come per esempio l’ex manicomio di Collegno, dove ho recentemente suonato). L’obiettivo è quello di suonare in luoghi che un tempo sono stati scenario di detenzione, tortura e morte: Ex Manicomi, Campi di concentramento, Musei della Memoria, Ex carceri. Non a caso il progetto porta il nome di Zakhòr, che in lingua ebraica significa “memoria”. Attraverso il mio violoncello, voglio farmi portavoce di tutte quelle persone che non hanno potuto parlare o non sono state ascoltate; di tutte quelle persone emarginate, deboli, considerate “diverse” dalla società. Sono qui per raccontare le storie degli ultimi; di quelli che in passato sono stati reclusi, torturati e brutalmente uccisi. Sono qui, per dar voce a tutti loro“.

La nostra Intervista a Vera Issel

Noi del
Giornale Delle Belle Notizie
siamo felici di aver avuto la possibilità di leggere
e contribuire alla diffusione della storia di Vera.
Un’anima forte, che si fa strada nella vita, per guarirsi e guarire il mondo.
Al di là dei problemi della vita, al di là della morte.

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