L’albero del pane, conosciuto anche come Artocarpus o Ulu, è una pianta tropicale diffusa nel Sud-Est Asiatico, in India e alcune isole dell’Oceano Pacifico. Ricerche recenti mostrano che potrebbe essere usato in un futuro per combattere la lotta alla fame nel mondo, e non solo. L’albero del pane può crescere fino a 20 metri e si adatta anche ai terreni salati, essendo particolarmente resistente, longeva e facile da coltivare. A partire dai tre anni di vita inizia a produrre frutti conosciuto anche come ”breadfruit” con una resa per ettaro nettamente superiore a quella di riso, grano e mais.

La ricchezza di questa pianta risiede infatti nei suoi frutti, di solito grandi quanto un melone, caratterizzati da una scorza verde e ruvida e da una polpa bianca e farinosa. I fiori maschili e i semi sono commestibili e ricchi di proteine, dalla scorza interna si possono ricavare invece fibre tessili, mentre il lattice vischioso ha anche proprietà curative. In cucina gli usi sono tantissimi, i frutti dell’albero possono esser cotti, arrostiti in forno, fritti o seccati e si fanno apprezzare per il loro sapore simile a quello del pane o delle patate, considerando che contengono fecola. Un solo frutto di 3 Kg, inoltre, può sfamare una famiglia di 5 persone ed ha una quantità di potassio pari a quella di 10 banane.

Secondo il National Tropical Botanical Garden nelle regioni tropicali o subtropicali più povere del mondo l’albero l’albero del pane potrebbe essere la soluzione per combattere la fame. Organizzazioni come Global Breadfruit e Breadfruit Institute sono impegnate da tempo nel diffondere le varietà più adatte di questa pianta. Sono attive specialmente in quei Paesi che sono maggiormente alle prese coi problemi della mancanza di cibo e sono costretti ad importare la maggior parte dei generi alimentari di cui necessitano.
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