Silvestro Micera sta portando il mondo della bionica dalla fantascienza alla realtà, progettando protesi che forniscono feedback sensoriali all’utente attraverso il sistema nervoso. Ispirato da programmi TV e film, sin da bambino, oggi cerca di aiutare a ripristinare le funzionalità motorie e neurologiche delle persone che affrontano problemi di salute.
Intervista di Hillary Sanctuary della EPFL a Silvestro Micera – Articolo Originale: www.actu.epfl.ch/news/learn-from-anyone-who-is-willing-to-teach-you

Silvestro Micera racconta a Hillary Sanctuary della EPFL (École polytechnique fédérale de Lausanne), di quando era bambino, e passava le giornate davanti alla TV. Un giorno, mentre guardava un episodio di Star Wars, e in particolare una scena in cui Luke Skywalker riceve una mano bionica sostitutiva, ricorda di aver pensato: “Voglio diventare l’ingegnere che costruisce quella mano!” e continua: “Ho visto anche L’uomo da sei milioni di dollari e ricordo che c’era un ragazzo che diceva ‘Possiamo ricostruirlo; abbiamo la tecnologia’. Volevo essere anche quel ragazzo. Poi ho visto un’intervista in TV con lo scienziato italiano Vincenzo Genovese, alla Scuola Sant’Anna di Pisa, che parlava di robotica mobile per aiutare i disabili. Mi piacque subito. Fu allora che decisi di proseguire i miei studi universitari a Pisa”.

Ispirato dai film di fantascienza di successo, tra cui Star Wars, L’uomo da sei milioni di dollari, Iron Man e diverse serie della Marvel, Micera sapeva fin dalla tenera età, crescendo nella piccola città di Talsano (in provincia di Taranto), che voleva costruire arti bionici.

Immagine crediti: L’uomo da sei miliardi di dollari – MadMass.it
– “Signori, possiamo ricostruirlo. Abbiamo la tecnologia” –
Oggi Micera è un ricercatore di fama mondiale, specializzato in ingegneria neurale presso l’EPFL. Nel 2014, lui e i suoi colleghi hanno pubblicato i risultati di una prima ricerca fatta testando una mano protesica che è stata in grado di fornire dei feedback sensoriali ad un amputato. Micera continua ad essere pioniere nel settore e proprio l’anno scorso ha dimostrato che la temperatura poteva essere percepita nella “mano fantasma” degli amputati. Con numerosi progetti in corso, studi clinici, ricerche a lungo termine ed esperimenti, fatti per curare molte malattie debilitanti, Micera continua a innovare, traducendo l’ingegneria neurale in un contesto clinico.

Intervista di Hillary Sanctuary della EPFL a Silvestro Micera – Articolo Originale: www.actu.epfl.ch/news/learn-from-anyone-who-is-willing-to-teach-you
Dall’ingegneria elettrica a quella neurale
Micera sapeva già all’età di 15 anni che l’ingegneria biomedica era la strada giusta, ma all’epoca in Italia non esistevano corsi del genere. Scelse quindi ingegneria elettrica. Inizialmente voleva andare a Torino o Milano ma i suoi genitori, padre medico e madre insegnante, ritenevano che fosse troppo lontano da casa. “Mi convinsero a restare vicino Pisa, più vicino casa, dove un amico di famiglia fidato poteva darmi una mano in caso di emergenza”, afferma Micera. “Tutti i pezzi del puzzle sono tornati al loro posto quando ho visto Vincenzo in TV”.
Inizia così il percorso accademico di Micera all’Università di Pisa all’età di 18 anni circa, una storia piena di curiosità, determinazione e bei ricordi lungo il percorso. Al terzo anno, ebbe l’opportunità di rimettersi in carreggiata e conseguire una specializzazione in ingegneria biomedica. Micera ricorda un momento cruciale: “Eravamo ad una scuola estiva per bioingegneri italiani. In quell’incontro si discuteva degli atti, in particolare di un capitolo sulla robotica bioispirata scritto da Vincenzo Tagliasco, un brillante professore, pioniere nel campo. Lessi il capitolo e andai da Danilo de Rossi, allora mio professore, spiegandogli che era quello che volevo fare per la mia tesi magistrale. È stato allora che Danilo mi ha suggerito di lavorare con Paolo Dario, alla Scuola Sant’Anna, per perseguire questo percorso”.
Durante questi anni formativi alla Scuola Sant’Anna, sotto la supervisione di Dario, iniziarono gli sforzi per progettare e costruire elettrodi che comunicassero con il sistema nervoso per aiutare le persone disabili. Nel 1998 Micera iniziò a gestire il progetto europeo GRIP, un sistema integrato per il controllo neuroelettrico della presa nelle persone disabili. Durante il suo dottorato fu ricercatore in visita presso il Centro per l’interazione senso-motoria dell’Università di Aalborg, in Danimarca. Al termine del dottorato diventò professore assistente alla Scuola Sant’Anna. Ancora motivato ad ampliare gli orizzonti, Micera decise di lavorare con Emilio Bizzi, il fondatore del Dipartimento di Neuroscienze del MIT. A questo scopo Micera ottenne una borsa di studio e nel 2007 si trasferì a Boston. In seguito, nel 2008, Micera ha iniziato a guidare il Translational Neural Engineering Group dell’ETH di Zurigo prima di approdare all’EPFL nel 2012. «Sono arrivato all’EPFL per avere la possibilità di sviluppare progetti interdisciplinari con ricercatori di talento provenienti da diverse facoltà. Il nuovo centro interdisciplinare Neuro-X dell’EPFL ne è un perfetto esempio” – afferma Micera

Emilio Bizzi – Crediti Immagine: https://mcgovern.mit.edu/profile/emilio-bizzi
Traduzione Articolo Originale: www.actu.epfl.ch/news/learn-from-anyone-who-is-willing-to-teach-you
Una carriera piena di apprendimento e tutoraggio
“Ho avuto molti collaboratori e tutti hanno avuto un ruolo cruciale nella mia carriera. Il mio primo relatore Angelo Sabatini mi ha insegnato a scrivere un articolo scientifico. Sto ancora imparando a scrivere e a pubblicare su riviste di grande impatto da contemporanei come il collega dell’EPFL Gregoire Courtine. Da Paolo ho imparato come gestire grandi laboratori, come ottenere finanziamenti, come presentare proposte di ricerca” – afferma Micera.

Intervista di Hillary Sanctuary della EPFL a Silvestro Micera – Articolo Originale: www.actu.epfl.ch/news/learn-from-anyone-who-is-willing-to-teach-you
“Due persone hanno davvero cambiato la mia carriera” – continua Micera – “Emilio Bizzi, che decenni fa creò il Dipartimento di Neuroscienze del MIT, e che ha condiviso con me la sua visione incredibilmente innovativa e interdisciplinare sulle neuroscienze. Manfred Morari, il mio capo all’ETH di Zurigo, che mi ha aiutato a ricostruire il mio CV ma, soprattutto, mi ha mostrato con l’esempio cosa significa essere un grande professore in un istituto come l’ETH.

Manfred Morari – Crediti Immagine: Google
Traduzione Articolo Originale: www.actu.epfl.ch/news/learn-from-anyone-who-is-willing-to-teach-you
Era molto acuto, organizzava tutto, dal futuro dei suoi studenti, al futuro del gruppo, alle interazioni politiche con le parti interessate. È stata un’ispirazione solo osservarlo. Era rispettato come professore, come collega e come membro dello staff. Prima della pensione, educatamente Manfred mi lasciò un ultimo promemoria: “ricorda che verrai dimenticato, quindi non lasciare che il tuo ego si intrometta nel processo”.
A tutti gli ingegneri che perseguono una carriera nel mondo accademico, Micera suggerisce le parole di Walt Whitman, il quale scrisse: “Sii curioso, non giudicante”. In sostanza: segui il tuo percorso, sii umile, coltiva la tua curiosità e impara il più possibile da chiunque sia disposto a insegnarti.

Walt Whitman – Immagine crediti: www.biography.com
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