Nonostante abbia 88 anni, Sylvia Earle, biologa marina, continua energicamente la sua missione per salvare l’oceano. Si tratta della prima donna ad immergersi sott’acqua negli anni ’50, e la prima persona ad esplorare il fondale oceanico a 380 metri di profondità nel 1979, e anche la prima donna capo-scienziato della National Oceanic and Atmospheric Administration, che nel 1990, ha esplorato gli oceani in profondità più a lungo di qualsiasi altra donna al mondo.
Seguendo la sua passione, nel 2009 ha creato una “rete di speranza” attraverso il progetto Mission Blue, iniziato con 19 Hope Spots ovvero “aree oceaniche critiche da proteggere in quanto caratterizzate da una vasta biodiversità”. Da quando ha iniziato la sua missione le aree protette nel mondo sono passate da 19 a 158. Mission Blue collabora con più di 200 partner mondiali che lottano uniti per la conservazione degli oceani e per favorirne la protezione locale, regionale, nazionale e internazionale.
Quando le persone le chiedono come possono essere di aiuto sul pianeta, Sylvia risponde loro dicendo di concentrarsi semplicemente su ciò che amano, e affermando: “Sapete, siamo proprio noi a causare i problemi. Quindi possiamo anche trovare le soluzioni.”
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