BELLEGRA – Una Storia di Coraggio Che si Tramanda Da Nonno a Nipote

Piero Carpentieri ci scrive per condividere una storia di famiglia con i nostri lettori:

Primo Carpentieri fu uno dei tantissimi soldati italiani che dopo l’8 settembre del 1943, con la proclamazione dell’armistizio con le forze alleate tedesche, si trovò allo sbando e senza riferimenti, e fu costretto a consegnare le armi alle truppe germaniche e arrendersi all’evidenza dei fatti che stavano tessendo la storia della fine del secondo conflitto mondiale.

Come tanti altri, Primo diventò così un internato e venne “tradotto” su carri da bestiame ad uno degli Stalag tedeschi, un campo di concentramento e lavoro in cui vennero rinchiusi i soldati italiani dal ’43 fino alla fine della guerra. Al tempo Primo aveva ricevuto l’offerta di arruolarsi in battaglia, accanto ai tedeschi, come “opportunità” per uscire dal campo di concentramento ma rifiutò, preferendo le difficoltà del campo ed il rischio di morire di fame, freddo o malattie, pur di rimanere fedele ai principi di libertà e giustizia in cui credeva.

La memoria di Primo Carpentieri è oggi conservata gelosamente da Piero Carpentieri, militare della Guardia di Finanza e nipote del militare decorato. Durante gli anni della pandemia, libero dal servizio, Piero ha reso onore alla memoria del nonno Primo, prodigandosi a svolgere attività di volontariato, consegnando pacchi di generi alimentari e facendosi da tramite con il numero di emergenza 118. Con una missiva del 2022 indirizzata al Presidente del Senato e al Presidente della Camera, il sindaco del Comune di Bellegra, Flavio Cera, ha elogiato l’opera di questo suo concittadino:

L’emergenza Covid19 ha portato alla luce l’opera di un nostro cittadino, Piero Carpentieri, militare della Guardia di Finanza…che ha dato il suo contributo senza indugio soprattutto a riflettori spenti. Il Comune di Bellegra desidera oggi ringraziare il suo cittadino, per la sua solidarietà non lasciando soli soprattutto nei momenti di emergenza i cittadini di Bellegra e non solo, offrendo il suo supporto ai più disagiati durante il lockdown. Il suo impegno è stato l’esempio di come la solidarietà non abbia colore, razza, stato sociale, religione o identità di genere. Si è distinto come cittadino generoso e instancabile, fondamentale a far si che i civili siano stati soccorsi e confortati nel momento di necessità.”

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